Monte Boragine

Sui Reatini, quelli meno conosciuti e frequentati.
Col favore delle copiose nevicate l'anello su questa montagna "secondaria" è diventata una escursione appassionante, paesaggi incantati, rotondità incontaminate, e panorami davvero a 360° su tutte le grandi montagne circostanti. Una bella sorpresa.


L’escursione inizia dal Santuario della Madonna di Capodacqua subito fuori l’abitato di Cittareale alla volta del Monte Boragine, una cima di media altitudine ma molto panoramica che si raggiunge attraverso sentieri per boschi molto belli fin su una lunga dorsale che si affaccia sui Monti Reatini. Il Santuario è situato fuori dall’abitato in bella ed assolata posizione a ridosso di un bosco e si può parcheggiare sugli ampi spazi antistanti; purtroppo è al momento in corso di risistemazione per i danni subiti con nell’ultimo evento sismico e non ci è stato possibile visitarlo. Ci si avvia sulla brecciata accanto ad un fontanino e dopo poche centinaia di metri si approda ad uno spiazzo al cui lato si trova una piccola area votiva che rievoca il miracoloso ritrovamento da parte di una pastorella di un’effige della Madonna nell’acqua della sorgente che ancora oggi alimenta con acque cristalline una polla da cui nasce un ruscello; un luogo di rupestre semplicità che promana da un’antica devozione che come tante altre hanno fatto una parte di storia e di tradizioni tra le montagne d’Abruzzo. Il sentiero che risale la Valle di Capodacqua inizia seminascosto tra le fratte proprio li accanto ed inizia a serpeggiare in una macchia di lecci e castagni via via sempre meglio inciso nel terreno; con qualche rampa più irta ci si porta in alto sulla destra orografica del fosso e si prosegue la salita con moderata ed uniforme pendenza sino ad intercettare una carrareccia che si prende verso sinistra (una palina con cartello indica comunque la direzione). Si prosegue per la strada lungo un tratto in discesa e la si abbandona in corrispondenza di una svolta dove un altro cartello indica l’imbocco della Valle Acqua Santa in direzione del Monte Boragine. Sarà forse per via della neve caduta fino alla notte precedente ma l’attraversamento di questa lunga ed incisa vallata ha costituito la parte più coinvolgente della nostra passeggiata: alberi colmi e rami piegati quasi a formare tunnel naturali tra i quali destreggiarsi immersi in un silenzio perfetto rotto solo da qualche nostra lode a tanta bellezza. Si sale a lungo, a tratti dentro l’inciso alveo del corso d’acqua, sino a raggiungere la piccola radura dov’è situato il grande fontanile dell’Acera e di lì si prosegue sempre tenendosi al margine del fosso fino ad intravedere i raggi di luce che filtrano all’orizzonte indicando l’ormai prossima uscita allo scoperto; nell’ultimo tratto la spessa coltre di neve che il vento ha spinto nel bosco ci fa faticare un poco di più ma in breve ne siamo fuori ormai prossimi alla Forcella di Fao da cui si aprono vastissimi panorami in ogni direzione tra cui, ovviamente, spicca la nostra cima odierna meravigliosamente bianca!! Con un lungo traverso che ricalca il sentiero estivo ci si porta sulla dorsale all’altezza di Monte Arcione, una delle modeste elevazioni che si incontrano lungo la dorsale sommitale prima di giungere in vetta al Monte Boragine contrassegnata da un semplice palo oggi abbellito da un po' di galaverna. Dalla cima tondeggiante la vista è magnifica in ogni direzione e regala un’interessante visione d’insieme sui gruppi montuosi più prossimi, Reatini e Redentore Vettore, e più oltre la Laga con la caratteristica teoria di cime spigolose .. insomma una vista che da solo ripaga ampiamente la levataccia ed il lungo viaggio!! Per il ritorno decidiamo per una variante e quindi giunti alla Forcella di Fao ci portiamo in direzione della strada che conduce al piazzale antistante l’impianto sciistico di Selva Piana che seguiamo per un bel tratto sino al Rifugio Mannetti da cui si nota in basso il tratto di carrareccia percorso all’andata che si può raggiungere con ripida discesa senza percorso obbligato per poi riprendere il sentiero di Valle Capodacqua e rientrare al Santuario.